Che cos’è l’ethical hacking e qual è il suo obiettivo?
Gli attacchi alla sicurezza aziendale, esplosi nel periodo della pandemia, stanno continuando in questi anni a crescere in modo esponenziale, con gravi rischi per qualsiasi organizzazione: l’impatto di un cyber attacco sul sistema informatico, può essere così devastante che, nei casi peggiori, può portare al blocco operativo dell’azienda colpita. Le attività di Ethical Hacking, che inizialmente venivano viste con “sospetto”, risultano così sempre più utili per testare la sicurezza informatica, per la prevenzione delle minacce e per il contrasto al crimine informatico.
Mentre le comuni tecniche di hackeraggio hanno l’obiettivo di violare un sistema informatico o una rete aziendale, il più delle volte per ottenere un qualsiasi tipo di vantaggio economico, l’hacking etico è autorizzato dall’azienda a compiere attività di hacking, per cercare di ottenere un accesso non autorizzato al sistema informatico con lo scopo di scoprire eventuali falle del sistema. L’obiettivo finale dell’ethical hacking è violare le difese informatiche, individuando vulnerabilità e fornendo consulenza per risolverle, rendendo così le infrastrutture informatiche più sicure, efficienti e resilienti.
In altri termini, l’insieme delle attività riconducibili all’ethical hacking (test di vulnerabilità, penetration test e red teaming, ossia la simulazione di un hackeraggio reale), è quello di simulare un attacco per identificare le eventuali falle del sistema informatico e capire se le vulnerabilità individuate sono sfruttabili dall’hacker per condurre il suo attacco. L’hacker etico è quindi una figura professionale altamente specializzata, essenziale per qualunque organizzazione, perché seguendo principi etici, agisce per proteggere informazioni e sistemi dagli hacker reali.
La figura dell’hacker etico: competenze tecniche e affidabilità etica
Nella loro attività, gli esperti di hacking etico devono rispettare quattro regole chiave:
- essere autorizzati: è fondamentale che l’hacker etico ottenga un’autorizzazione chiara e documentabile dall’organizzazione mandante prima di accedere ai sistemi ed eseguire una valutazione della sicurezza informatica;
- definire l’obiettivo: determinare lo scopo della valutazione in modo che il lavoro dell’hacker etico rimanga legale e all’interno dei confini approvati dall’organizzazione;
- segnalare ogni vulnerabilità: notificare all’organizzazione tutte le vulnerabilità scoperte durante la valutazione e fornire una consulenza per la risoluzione delle stesse;
- rispettare la sensibilità dei dati: a seconda dell’importanza dei dati a cui hanno accesso, gli hacker etici potrebbero dover accettare un accordo di non divulgazione, oltre ad altri termini e condizioni richiesti dall’organizzazione.
È evidente il ruolo delicatissimo dell’ethical hacker, sia per le capacità tecniche e professionali che deve padroneggiare, sia per l’affidabilità etica che deve possedere, in virtù del suo accesso a informazioni sensibili e riservate dell’azienda per cui svolge la propria attività. Risulta quindi di fondamentale importanza la scelta del professionista che deve essere in grado di garantire competenza e affidabilità. In tal senso risulta d’aiuto per le aziende la certificazione CEH, che qualifica preparazione tecnica ed etica degli hacker etici.
CEH Certificazione per Ethical Hacker
CEH è l’acronimo di Certified Ethical Hacker, certificazione promossa dall’EC-Council, disponibile in oltre 60 Paesi nel mondo. Si tratta di un attestato della validità di 3 anni, riconosciuto a livello internazionale e considerato uno standard di fatto sia nel settore pubblico sia in quello privato. L’istituzione della CEH è legata proprio alla volontà di attestare, secondo criteri di misurazione oggettivi e standardizzati dei professionisti nel campo dell’hacking etico:
- competenze tecniche
- affidabilità etica
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Teniamo a chiarire che il percorso di ottenimento della CEH non viene svolto per diventare etichal hacker, quanto piuttosto per il riconoscimento a livello internazionale di conoscenze, abilità tecniche e affidabilità etiche già possedute da professionisti della sicurezza informatica. La certificazione CEH è acquisibile solo se si esercita la professione da almeno due anni, indipendentemente dal ruolo ricoperto (Cyber Security Analyst o Engineer, CISO, IT Manager o Security Architect, Pentester, ecc.)
Grazie a corsi dedicati ogni candidato ha la possibilità di comprendere e padroneggiare strumenti e conoscenze possedute dagli hacker criminali, per poterli riconoscere e contrastare. L’aggiornamento costante è legato proprio alla necessità di tenersi al passo con nuove tecniche e tecnologie d’attacco impiegate dai pirati informatici. La qualifica rappresenta oggi una delle skill informatiche più ricercate nell’ambito della cybersecurity.
Conclusioni
La sicurezza informatica è un’attività in cui riconoscimento ufficiale delle competenze, l’aggiornamento costante e l’affidabilità etica rivestono un ruolo cruciale. I professionisti della cybersecurity durante la loro attività di prevenzione e contrasto del crimine informatico possono infatti avere l’accesso a informazioni strategiche e a dati sensibili. Si rivelano quindi indispensabili qualifiche e certificazioni che attestino in maniera oggettiva la loro professionalità. La CEH, in quanto certificazione più importante al mondo, riveste senza dubbio un ruolo di primo piano nell’attestare la capacità e l’affidabilità dell’hacker etico.
Grazie al nostro team di professionisti, altamente specializzati, tra i quali possiamo vantare Enrico Valtolina, ethical hacker che nei giorni scorsi ha ottenuto il certificato CEH (scarica certificato), aiutiamo imprese private e pubbliche a implementare soluzioni di sicurezza informatica all’avanguardia.
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Articolo a cura di Pier Ogliari
CTO G&B Group