Decreto Agrivoltaico e Bando Parco Agrisolare quali le differenze?
Il settore dell’agricoltura negli ultimi anni si è evoluto ed è cresciuto in modo molto sostenuto, riuscendo a coniugare aumento di produttività e sostenibilità ambientale, grazie anche all’introduzione di innovazioni tecnologiche, quali l’utilizzo di mezzi a guida autonoma, l’utilizzo di droni per l’analisi dei terreni, l’automatizzazione dell’irrigazione e della distribuzione dei fitofarmaci. Queste innovazioni hanno però un costo energetico molto elevato, a causa soprattutto dell’accelerazione dovuta alle crisi internazionali. Purtroppo, questo innalzamento dei costi energetici si è spesso riversato solo sulla parte iniziale delle filiere, ossia quella dei produttori, costituendo una zavorra per l’intero settore agricolo. Il tema della produzione di energia rinnovabile attrae quindi fortemente l’interesse degli imprenditori agricoli, che però sono spesso spaventati dai potenziali costi dei progetti e dalla mole della burocrazia.
L’installazione di impianti fotovoltaici in agricoltura, con l’obiettivo di abbattere i costi energetici delle imprese agricole, è incentivata dalle misure previste dal PNRR, ossia dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con il “Decreto Agrivoltaico” e il “Bando Parco Agrisolare”. Entrambe le misure hanno l’obiettivo di sostenere l’autonomia energetica delle imprese agricole, aumentando la loro capacità di autoproduzione di energia, ma, sebbene le finalità siano comuni, presentano sostanziali differenze, principalmente in tema di utilizzo del suolo agricolo.
Agrivoltaico: adattarsi alle esigenze della produzione agricola
Il “Decreto Agrivoltaico” riguarda l’installazione dei pannelli fotovoltaici a terra, ma nella salvaguardia dell’attività agricola, in modo che possano coesistere nello stesso territorio. Il MASE definisce l’Agrivoltaico come: “Un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione”.
Di fatto si tratta di un sistema che prevede la coesistenza di attività agricola e attività energetica sullo stesso territorio, riservando una specifica percentuale di area all’agricoltura, precisamente, circa il 70% della superficie totale. La restante parte sarà occupata da pannelli fotovoltaici, montati in modo da poter assecondare la funzione agricola.
Come dicevamo, lo sviluppo dell’Agrivoltaico è sostenuto dal PNRR all’interno della “Missione Rivoluzione verde e Transizione Ecologica, componente energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, il cui fine è di rendere più competitivo il settore agricolo, riducendo i costi di approvvigionamento energetico e migliorando le prestazioni climatiche-ambientali. La misura di investimento, nello specifico, prevede:
- l’implementazione di sistemi ibridi agricoltura produzione di energia che non compromettano l’utilizzo dei terreni dedicati all’agricoltura, ma contribuiscano alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende coinvolte;
- il monitoraggio delle realizzazioni e della loro efficacia, con la raccolta dei dati sia sugli impianti fotovoltaici sia su produzione e attività agricola sottostante.
Per l’Agrivoltaico sono stati stanziati 1,1 miliardi di euro del PNRR con l’obiettivo di installare a regime una capacità produttiva da impianti agro-voltaici di 1,04 GW, che produrrebbe circa 1.300 GWh annui, con riduzione delle emissioni di gas serra stimabile in circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2. Il decreto del 17 aprile 2023 del MASE, prevede “il riconoscimento di un incentivo composto da un contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili e una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete.
Il vantaggio dell’agrivoltaico è quello di adattarsi alle esigenze della produzione agricola, prevedendo spazi maggiori fra i moduli, un compromesso nel progettare la trasmissione della radiazione luminosa e che protegge le colture da alte temperature e scarsità d’acqua. Questo ovviamente riguarda l’agrivoltaico sopra le coltivazioni, mentre per quanto riguarda i terreni marginali è possibile installare il fotovoltaico a terra, con una possibile ulteriore fonte reddituale per gli agricoltori.
Agrisolare: rivoluzione verde e transizione ecologica
La misura “Parco Agrisolare” prevede invece l’installazione di fotovoltaico su tetti di edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, con l’obiettivo di preservare l’utilizzo di suolo. Gli interventi che rientrano nella misura riguardano:
- acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati con potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 1000 kWp;
- rimozione dell’amianto
- isolamento termico dei tetti
- realizzazione di un sistema di aerazione.
La misura “Parco Agrisolare” fa parte del PNRR e prevede la selezione e il finanziamento di interventi per l’acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale ed eventuali interventi di riqualificazione dei fabbricati ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle medesime strutture, riconoscendo un contributo in conto capitale che varia in relazione all’attività svolta dal soggetto beneficiario.
Viene pertanto completamente escluso il consumo di suolo, ma l’erogazione del contributo potrà coprire anche i costi di riqualificazione e ammodernamento delle strutture, con la rimozione dell’eternit e amianto sui tetti e/o il miglioramento della coibentazione e areazione, anche al fine di contribuire al benessere degli animali.
La normativa prevede però limiti ben precisi: l’impianto fotovoltaico deve avere una potenza di picco non inferiore a 6 kW e non superiore a 500 kW ma soprattutto, gli impianti fotovoltaici ammissibili agli aiuti del PNRR sono quelli che possono soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda e se la loro capacità produttiva non supera il consumo medio annuo di energia elettrica dell’azienda agricola, compreso quello familiare. La vendita di energia elettrica è consentita nella rete purché sia rispettato il limite di autoconsumo annuale.
Le risorse sui fondi del PNRR ammontano a euro 1,5 miliardi di Euro così suddivise:
- 200 milioni di euro sono destinati agli interventi realizzati dalle aziende agricole attive nella produzione agricola primaria;
- 150 milioni di euro sono destinati agli interventi realizzati dalle aziende agricole attive nel settore della trasformazione di prodotti agricoli;
- 150 milioni di euro sono destinati agli interventi realizzati da aziende attive nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli.
Conclusioni
L’agrivoltaico e l’Agrisolare rappresentano non solo un passo avanti nella tecnologia sostenibile, ma anche un modello vincente di sinergia tra settori diversi, capace di affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali del nostro tempo.
Se vuoi realizzare il progetto di efficientamento energetico della tua impresa agricola CONTATTACI valuteremo con te le soluzioni più adatte.
Articolo a cura di Mirko Sinagra
CEO G&B Energy srl