L’eolico e il solare hanno toccato un nuovo record nel 2022, arrivando a coprire il 12% del fabbisogno energetico globale. E stanno ancora avanzando nel 2023.
Secondo il report “Global Electricity Review 2023”, che analizza la situazione attuale delle energie rinnovabili in tutto il pianeta, Italia inclusa, alla fine del 2022 l’eolico e il solare hanno raggiunto la quota ragguardevole del 12% del fabbisogno energetico mondiale, un record mai verificatosi prima e sintomo di quanto sia forte l’espansione di queste due fonti rinnovabili. Scendendo nel dettaglio del report, si osserva che nel 2022 l’energia eolica è cresciuta del 17% e quella solare del 24%, rispetto al 2021, con quest’ultima che è divenuta la fonte energetica in più rapida crescita degli ultimi 18 anni.
Alcune Nazioni hanno certamente trainato la crescita dell’intero pianeta, grazie a politiche molto avanzate. Concentrandoci sul fotovoltaico, uno dei primi paesi per crescita è stata la Cina, che ha installato oltre 87 GW di nuova capacità solare, con un incremento di oltre il 60% sul 2021; di questi 87 GW, circa il 65%, ovvero 55 GW, è arrivato da installazioni su tetti. Questo risultato è stato possibile grazie all’innovativo piano nazionale cinese Whole-County Rooftop Solar.
La politica cinese sui tetti solari: un modello di business che funziona anche in Italia
Un fatto interessante sull’energia solare sui tetti in Cina è che la maggior parte delle installazioni di 55 GW provengono da installazioni con tagli da 100-200 kW, su tetti di edifici pubblici (edifici governativi, scuole, ospedali, ecc.), edifici commerciali e industriali e anche di residenze private (con una quota di circa il 20%). Questo perché i provider solari sono incoraggiati a costruire fotovoltaici su tutti i tetti di una singola contea come progetto pacchetto, comprendendo quindi tutti i tetti disponibili.
Proprio come accade anche da noi in Italia, in alcuni casi i pannelli diventano di proprietà del proprietario dell’edificio, che così può scegliere di rivendere l’energia in eccesso al provider stesso, che lo rimette in rete. In altri casi, soprattutto per le aziende con grandi impianti produttivi, i pannelli restano di proprietà del provider energetico, che si occupa di inviare allo stabilimento solo il quantitativo energetico richiesto, alle tariffe concordate, che risultano scontate rispetto a quelle del mercato.
Si tratta di un approccio che si sta diffondendo sempre più in Europa e in Italia, perché permette a tutti gli effetti, di svincolare il cliente finale (soprattutto le aziende) dal dover effettuare investimenti finanziari ingenti per l’acquisto del materiale e il montaggio dell’impianto fotovoltaico.
La situazione europea
Nonostante la pausa riscontrata negli anni passati da numerosi Paesi, soprattutto per via del covid, la posa delle rinnovabili sul territorio del Vecchio Continente procede con ritmi molto sostenuti. L’Europa l’anno scorso si è affermata infatti, come la parte del mondo che procede più velocemente da questo punto di vista, grazie anche a diversi Paesi europei che sono riusciti a superare vincoli progettuali posti da vecchie leggi restrittive. Il rapporto stima che entro il 2023 l’Europa produrrà il 45% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, un dato addirittura superiore all’obiettivo stabilito dal piano Fit for 55 del 2021, fissato al 40%.
Cosa accade in Italia?
Nello scenario appena descritto, l’Italia si presenta con aspetti positivi, accompagnati purtroppo da altri negativi: è infatti uno dei fanalini di coda per quanto riguarda le rinnovabili. Scendendo nel dettaglio, la percentuale di elettricità italiana prodotta da energia eolica e solare è aumentata solo dal 13% al 16% tra il 2015 e il 2020. E’ probabile, quindi, che in futuro ci dovrà essere una notevole spinta sulle rinnovabili da parte delle istituzioni, per cercare di raggiungere i numeri del resto d’Europa.
Nonostante questo, ci sono anche degli aspetti molto positivi. Sebbene nel nostro Paese solo il 5% della produzione elettrica provenga da centrali a carbone, lo Stato si è impegnato a eliminarle completamente entro il 2025, sostituendole con fonti di energia rinnovabili. Il piano è quello di installare fino a 70 GW di energia rinnovabile, prevalentemente eolica e solare, nel prossimo decennio.
Un forte impulso in tal senso potrebbe arrivare dalle Comunità Energetiche (Energy Community), che sono diventate una realtà anche in Italia, grazie alle disposizioni introdotte dal decreto Milleproroghe all’art.42bis del 2020 che recepisce la Direttiva Europea n.2001 del 11/12/2018 in quanto a Fonti Energetiche Rinnovabili, La Direttiva UE, detta anche RED II.
Una Comunità Energetica è formata da un gruppo di persone (sia privati cittadini, sia aziende, sia enti pubblici) che condividono energia rinnovabile e pulita, in uno scambio alla pari. Le comunità energetiche rappresentano così un modello innovativo per la produzione, la distribuzione e il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
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Articolo a cura di Mirko Sinagra
CEO G&B Energy srl